Le Cosmicomiche in musica al Planetario

In un tempo in cui l’immensità misteriosa dello spazio cosmico riesce ancora a farci sognare, la Nova Symphonia Patavina in collaborazione con il Planetario di Padova propone uno spettacolo in cui si parlerà di Universo attraverso la musica e la narrazione: una lezione-concerto per arpa e marimba, trasposizione in musica realizzata dal compositore padovano Fabrizio Castania dell’opera di Italo Calvino “Le Cosmicomiche”, con la narrazione dell’astronomo Luca Nobili.

Questi racconti diventano uno stimolo per approfondire alcune teorie scientifiche in modo multimediale in una chiave di lettura originale e interdisciplinare.

“Le Cosmicomiche”, una raccolta di 12 racconti scritti da Italo Calvino tra il 1963 e il 1964, sono storie dal taglio umoristico e surreale relative all’universo, al tempo, allo spazio, all’evoluzione. Narrate in prima persona dal vecchio Qfwfq, personaggio di cui non si sa quasi nulla e di cui “si deve calcolare che ha più o meno l’età dell’universo”, queste storie prendono spunto da ipotesi scientifiche, principalmente astronomiche, per costruire dei racconti surreali e esilaranti: i racconti sono preceduti da un breve paratesto in corsivo che fornisce degli elementi scientifici, o parascientifici, al lettore; il racconto vero e proprio, sotto forma di monologo, prende spunto da questo paratesto. 

 

Il racconto “Tutto in un punto” per esempio, partendo dalla teoria del Big Bang, parla di un nugolo d’insoliti personaggi costretti a una strana coabitazione: non esistendo ancora la materia, i personaggi sono costretti in un unico punto, il punto iniziale della grande esplosione.

In uno degli altri racconti della raccolta, il protagonista si trova ad avere a che fare con uno strano dialogo, attraverso dei cartelli, con un interlocutore che si trova in un’altra galassia (a cui si aggiungono altri nel corso della storia). L’interattività degli scambi è però condizionata dai lunghi tempi di percorrenza della luce: ne nascono esilaranti equivoci che saranno destinati a rimanere tali per sempre dal momento che il destino di espansione dell’universo fa sì che il dialogo sia destinato a interrompersi nel momento in cui le due galassie si allontaneranno l’una dall’altra a velocità superiore a quella della luce.

 

L’incontro si propone come un pretesto per rispolverare o approfondire alcune nozioni scientifiche in modo originale e multidimensionale. Il concerto si articolerà in 12 movimenti, uno per racconto, eseguiti da Giada Dal Cin all’arpa e da Benedetta Colasanto alla marimba:

 

La distanza della luna (descrizione della luna, dell’orbita, delle eclissi e del suo effetto sulle maree)

Sul far del giorno (nascita dell’universo)

Un segno nello spazio (la Via Lattea, galassie e stelle)

Tutto in un punto (l’espansione dell’Universo)

Senza colori (l’importanza dell’atmosfera per un pianeta)

Giochi senza fine (Einstein, Hubble e Hoyle: universo statico VS universo in espansione)

Lo zio acquatico (dall’acqua alla terra: i primi anfibi e l’Origine della specie)

Quanto scommettiamo (un’istante dopo il Big Bang: le teorie di Alpher, Bethe e Gamow)

I Dinosauri (l’estinzione dei dinosauri)

La forma dello spazio (curvatura dello spazio, teoria della relatività e onde gravitazionali)

Gli anni-luce (anni-luce: misura delle distanze tra corpi celesti)

La spirale (dalla visione geocentrica ed eliocentrica al puntino di un universo in espansione)

 

Ciascun brano sarà preceduto da una breve spiegazione, realizzata dall’astronomo Luca Nobili, della teoria scientifica ispiratrice del racconto. Seguiranno le letture di alcuni estratti del testo di Calvino.

 

Durante il concerto, il pubblico sarà immerso nelle proiezioni realizzate sullo schermo emisferico del Planetario.

Obiettivo:

Creare esperienze che stimolino una visione d’insieme, la ricerca di una connessione tra diverse discipline che è propria dello sviluppo di un pensiero creativo. La musica, nel modo in cui intendiamo proporla, viene intesa come parte dell’antico quadrivium delle arti liberali in cui veniva associata alla matematica, geometria e astronomia.

Al tempo stesso la musica può diventare quel filo rosso in grado di collegare tra loro arte e scienza, l’ambito umanistico con quello scientifico.